mercoledì 12 marzo 2008

Quando la notte divenne giorno

Alba è la parola più comune per chi vede sorgere il sole di un nuovo giorno.
Vi siete mai chiesti com'è l'alba di una giornata nuvolosa? Io si, o meglio, ne sono stato un fortunato spettatore, ma per caso. Nulla voluto, nulla pensato, anzi, minimamente potevo immaginare di assistere ad uno spettacolo del genere. Il cielo, quando è ricoperto da quelli che alcuni potrebbero definire soffici addensamenti, ma che in realtà sono una trappola malefica per i paracadutisti o piloti inesperti, ha un non so cosa di vago, effimero. Seppure le nuvole e i cieli ricoperti d'esse sono quasi una costante nelle giornate invernali, posso assicurare che mai mi sarei aspettato che esistesse anche un sole che sorge dietro le grige distese cumuliformi. Nessuno si ferma a riflettere che questo, quotidiano, avventimento c'è anche quando non si vede. Volando a circa 10000 metri dal suolo, nella primissima mattinata di una fredda giornata invernale, ho scoperto cosa vuol dire realmente vedere il sole sorgere. Non te ne rendi nemmeno conto, spunta da nulla, ed eccolo li, furbetto, ti lascia perplesso, come se fino ad allora fosse rimasto nascosto dietro una tendina azzurro cielo per poi mostrarsi a te, che nemmeno calcolavi potesse venir fuori.
Buongiorno, luna.

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