mercoledì 24 settembre 2008

800 ore all'alba

Di nuovo, inaspettata, questa vena di felicità che traspare negli occhi della gente.

Áron Weber

venerdì 19 settembre 2008

Alle 3.50 di un venerdì notte qualunque

Sebbene sia ancora una di quelle notti tra un giovedì qualsiasi e un venerdì qualunque, decido di ricordarmi a che ora ho iniziato a scrivere qualcosa che non avevo in mente. Scrivo di storie mai esistite, di ordini mai eseguiti, di paesaggi mai visti, di donne mai avute. Scrivo dell'inafferrabile tempo che scorre, della voglia di tramutarlo e trasformarlo, dell'essere sempre presente in un'incostante assenza. Dove si rifugia il miracolo del coraggio quando qualcosa che vuoi può ferire? Esattamente per cosa si lavora duramente, se poi non si ha l'istinto di sopravvivenza per portare a termine tale lavoro? La scossa parte da dentro il corpo, dalla carne scaturisce la forza di volontà, il cervello ed il cuore pompano idea ed energia, il trasporto è facile. Poi arriva il poi, il nulla supremo che tutto ti nasconde e nulla è più come prima. C'è bisogno di fare soffrire per poter essere felici, ma ci si rende conto che lavorando con più costanza e certezza si può riuscire a raggiungere un accordo, l'amore equo, la presenza vogliosa. Come labbra sull'asfalto d'agosto.

Áron Weber

sabato 6 settembre 2008

Il fermoposta dei desideri

Non c'è alcun bisogno di dover cercare a lungo, troppo a lungo, la voglia di voler cambiare. Ogni giorno un impulso, chiaro e preciso, parte dal nostro cervello ed incomincia ad inalberarsi in ogni parte del nostro corpo, anche la più piccola. Chi di noi non ha mai pensato che una vita al di fuori dalle mura domestiche, magari con famiglia annessa, sia l'ideale per una crescita sana e coscienziosa? E' mio piacere ogni tanto prendermi una vacanza dalle mie vacanze, visto che nella vita non faccio lavori pesanti, continuativi e/o difficli. Cerco di andare avanti con il minimo indispensabile, ed in effetti tutto ciò mi sembra una vacanza prolungata. Le vacanze vere, invece, mi danno la possibilità di soffermarmi a pensare su di me, la mia vita ed il mio futuro. Vorrà dire qualcosa se in quei frangenti mi immagino con un lavoro, una famiglia e una casa tutti miei? Le persone di cui mi circondo durante le vacanzevacanze mi danno un aiuto in più, anche se involontario, nel pensare a queste cose.
Dunque facciamo così, mi prometto che l'obiettivo del 2009, e non per il 2009, sarà di avere un lavoro più o meno continuativo, di vivere più o meno da solo, e magari di pensare, più o meno, ad avere una famiglia in futuro. Così è deciso, l'udienza è sospesa. Se la togliessi sarei troppo sicuro di me, al momento sono sicuro solo di me stesso, ma lui ora non è in loco.