giovedì 26 giugno 2008

Scusate, ho frainteso io

Strano che la gente riesca a calibrare i propri pensieri solo, o maggiormente, nelle ore notturne. Probabilmente il cervello gira ad una velocità più bassa ma costante, aiutandoci dunque a mettere ordine alle varie idee. O probabilmente esso è sfruttato meno e meno freneticamente rispetto alle ore diurne. Forse il semplice riconoscere i colori, odori e suoni fa sì che il cervello lavori più velocemente di giorno, quando tutto ciò è più vivido, mentre la notte è labile. Probabile anche che possa sbagliare, che siano mie idee e non riesca a metterle a fuoco. Forse il mio cervello corre troppo, colpa dei muri gialli e arancioni che mi circondano, della lampada al neon così soffusa, del ventilatore e della musica, del posacenere d'ottone, del pacchetto di sigarette gialle, della penna rossa e di quella azzurra, della foto sul mio cellulare, dell'orologio e del barometro. Della fiamma del mio accendino e di quella nel petto, dei miei piercings, dei miei capelli lunghi e del caldo che ne consegue.
Chi ha ragione e chi torto?



Siamo noi, siamo in tanti
Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti
Dei linotipisti
Siamo gatti neri
Siamo pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
Non abbiamo da mangiare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare
Babbo, che eri un gran cacciatore
Di quaglie e di fagiani
Caccia via queste mosche
Che non mi fanno dormire
Che mi fanno arrabbiare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare
E' inutile
Non c'è più lavoro
Non c'è più decoro
Dio o chi per lui
Sta cercando di dividerci
Di farci del male
Di farci annegare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare
Con la forza di un ricatto
L'uomo diventò qualcuno
Resuscitò anche i morti
Spalancò prigioni
Bloccò sei treni
Con relativi vagoni
Innalzò per un attimo il povero
Ad un ruolo difficile da mantenere
Poi lo lasciò cadere
A piangere e a urlare
Solo in mezzo al mare
Com'è profondo il mare
Poi da solo l'urlo
Diventò un tamburo
E il povero come un lampo
Nel cielo sicuro
Cominciò una guerra
Per conquistare
Quello scherzo di terra
Che il suo grande cuore
Doveva coltivare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare
Ma la terra
Gli fu portata via
Compresa quella rimasta addosso
Fu scaraventato
In un palazzo,in un fosso
Non ricordo bene
Poi una storia di catene
Bastonate
E chirurgia sperimentale
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare
Intanto un mistico
Forse un'aviatore
Inventò la commozione
E rimise d'accordo tutti
I belli con i brutti
Con qualche danno per i brutti
Che si videro consegnare
Un pezzo di specchio
Così da potersi guardare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare
Frattanto i pesci
Dai quali discendiamo tutti
Assistettero curiosi
Al dramma collettivo
Di questo mondo
Che a loro indubbiamente
Doveva sembrar cattivo
E cominciarono a pensare
Nel loro grande mare
Com'è profondo il mare
Nel loro grande mare
Com'è profondo il mare
E' chiaro
Che il pensiero dà fastidio
Anche se chi pensa
E' muto come un pesce
Anzi è un pesce
E come pesce è difficile da bloccare
Perchè lo protegge il mare
Com'è profondo il mare
Certo
Chi comanda
Non è disposto a fare distinzioni poetiche
Il pensiero come l'oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare
Così stanno bruciando il mare
Così stanno uccidendo il mare
Così stanno umiliando il mare
Così stanno piegando il mare
(Lucio Dalla - Com'è profondo il mare)

1 commento:

happyclown ha detto...

ciao davvero bello il tuo blog...passerò spesso :))