venerdì 19 settembre 2008

Alle 3.50 di un venerdì notte qualunque

Sebbene sia ancora una di quelle notti tra un giovedì qualsiasi e un venerdì qualunque, decido di ricordarmi a che ora ho iniziato a scrivere qualcosa che non avevo in mente. Scrivo di storie mai esistite, di ordini mai eseguiti, di paesaggi mai visti, di donne mai avute. Scrivo dell'inafferrabile tempo che scorre, della voglia di tramutarlo e trasformarlo, dell'essere sempre presente in un'incostante assenza. Dove si rifugia il miracolo del coraggio quando qualcosa che vuoi può ferire? Esattamente per cosa si lavora duramente, se poi non si ha l'istinto di sopravvivenza per portare a termine tale lavoro? La scossa parte da dentro il corpo, dalla carne scaturisce la forza di volontà, il cervello ed il cuore pompano idea ed energia, il trasporto è facile. Poi arriva il poi, il nulla supremo che tutto ti nasconde e nulla è più come prima. C'è bisogno di fare soffrire per poter essere felici, ma ci si rende conto che lavorando con più costanza e certezza si può riuscire a raggiungere un accordo, l'amore equo, la presenza vogliosa. Come labbra sull'asfalto d'agosto.

Áron Weber

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto un pò il tuo blog e mi sembri uno di quelli che scrive senza un progetto, ti lasci andare e basta. Non vedo una struttura definita. In alcuni brani risulti contraddittorio e delle volte è palese il maldestro tentativo di sembrare ermetico.
Bel sound anche se un pò troppo femminile, ma ho colto la sfumatura.
Sconsiglio di usare troppo "tale" ammazza la sonorità del testo e soprattutto non dona il sapore che vorresti al testo.

Per il resto bel blog, ciao.

mario ha detto...

Mi sa che hai preso il blog per una canzone.Comunque mi fa piacere ricevere anche questo tipo di commenti,ti ringrazio.